Pubblicato il 23/09/2015
Oggi abbiamo intervistato Daniele Imperi, autore del libro sul blogging "Adesso blog! Le 22 (immutabili) leggi del blogging" e ideatore del seguitissimo pennablu.it, il Blog dove Daniele pubblica racconti e consigli per blogger e scrittori.
Dopo aver letto il suo libro (beh... letto… letteralmente divorato!).
Dicevo, dopo aver letto “Adesso Blog” ho pensato che sarebbe stato interessante parlarne anche qui. E Daniele ha accolto la nostra idea :)
In effetti gli ho proposto come prima domanda una cosa tipo:
“Come si conduce un'intervista ad un blogger che ha appena pubblicato un libro sul blogging?”.
Non è facile trovare le domande giuste e soprattutto far sì che non siano noiose per l'intervistato e soprattutto per chi leggerà, ma ci proviamo ;-)
Partiamo da una domanda di rito:
Ciao Daniele, puoi raccontarci in una frase chi sei e cosa fai?
Sono un blogger e uno che sogna di scrivere e pubblicare tanti libri.
Se qualcuno ti chiedesse cos'è un blog cosa risponderesti?
(A chi non è capitata una domanda così?)
Bella domanda. Faccio finta che a chiedermelo sia stata mia madre, che come quasi tutti quelli della sua generazione è al di fuori del web.
Un blog è una raccolta di pensieri e riflessioni. È un diario personale online, in cui discutere con i lettori degli argomenti che ci appassionano. È così che è nato, anche se da tempo viene sfruttato per raccogliere clienti e mostrare le proprie competenze.
E se ti chiedessero il significato di blogging?
Raccontare le proprie esperienze, prima di tutto. Ma “raccontare” è la parola chiave. Oggi secondo me è sempre più importante gestire un blog come il racconto delle proprie esperienze – di vita, di lavoro, di tutto ciò che volete.
Secondo te, cosa rende un Blog davvero indimenticabile?
I contenuti che pubblica e il coinvolgimento che riesce a infondere il blogger nei suoi lettori.
Rimanendo sempre in tema, cos’è una “nicchia”?
Nel blogging per nicchia si intende un argomento da trattare. Ci sono blog sui viaggi (i viaggi sono una nicchia, anche se ampia), sulla letteratura (altra nicchia), sulla SEO, sui social media, sulla fotografia, ecc.
La nicchia può avere una grande diffusione, raccogliere quindi tantissimi interessati, o essere quasi sconosciuta, se è molto ristretta, quindi se abbraccia un piccolo segmento di un argomento, per esempio un blog totalmente incentrato sulle regole grammaticali o su una particolare tecnica di lavoro a maglia.
Quali caratteristiche deve avere il nome di un blog?
Mie sorelle ne vogliono creare uno e io ho bocciato loro tutte le proposte che mi hanno fatto vedere :)
Alla fine, per fortuna, dopo qualche consiglio ne hanno trovato uno buono.
Il nome identifica il blog, i suoi temi principali. Quindi deve essere chiaro, immediato, il più possibile breve e memorizzabile.
Secondo te, perché alcuni blog stentano a “decollare”?
Ci sono tanti fattori che entrano in gioco e bisognerebbe analizzare i blog in oggetto per capirli. Mi viene da pensare subito ai contenuti, ma capita anche che un blog che pubblichi articoli interessanti e anche nuovi non venga notato.
Magari il blogger non pubblicizza il blog. O il blog non è ben ottimizzato per i motori di ricerca. O il blogger non legge e commenta in altri blog per farsi conoscere. O il blog ha una grafica pesante o perfino talmente sgradevole da far allontanare i lettori.
Cos’è un post?
Tecnicamente è un contenuto pubblicato nel blog. Tutto qui. In italiano lo chiamiamo articolo, anche se all'interno, oltre al testo, possiamo inserire immagini, video, podcast, infografiche.
Ma qualsiasi “media” vogliamo pubblicare deve essere sempre accompagnato da un testo, secondo me.
Cosa significa “credibilità” nel blogging?
Non prendere in giro i lettori. Se scrivi di un argomento, devi conoscerlo a fondo. Soprattutto, devi metterti in gioco. Da ciò che scrivi deve emergere ciò che sai e che ignori. Il lettore deve capire se può fidarsi di te e si fiderà soltanto se sarai onesto e spontaneo.
Partendo dal presupposto che un Blog parla sempre ad un pubblico preciso, da dove posso partire per conoscere il mio pubblico?
Credo che bisogna partire da noi stessi. Io vado sempre contro corrente, me lo fanno notare spesso. Però per il mio blog non ho fatto alcuna analisi per cercare il mio pubblico. Il pubblico è arrivato leggendo i miei articoli.
Quando scegli un tema da trattare nel blog, ti stai già rivolgendo a un potenziale pubblico di lettori. Quando decidi il modo in cui trattare quel tema, ecco che il pubblico si restringe. In alcuni casi il blog cambia in parte la sua rotta, proprio per via del pubblico che ha trovato. È ciò che è successo al mio blog.
Un capitolo del tuo libro è dedicato alla legge della focalizzazione, di cosa si tratta?
Focalizzazione significa concentrarsi su un solo argomento e trattarlo bene e a fondo, anziché parlare nel proprio blog di tutto ciò che ci passa per la testa. Possiamo anche farlo, sia chiaro, ma sarà molto difficile, oggi, raggiungere ottimi risultati in visite e lettori affezionati.
Se abbiamo un blog a scopo lavorativo, dobbiamo per forza focalizzarci nel settore in cui operiamo. Non possiamo fare diversamente.
Che differenza c’è tra un blog aziendale ed un blog che non ha fini lavorativi?
Io mi azzardo a dire che non c'è nessuna differenza. Ma oggi bisogna dire che non dovrebbe esserci nessuna differenza. Se un blog aziendale venisse gestito con la spontaneità e la passione con cui si gestisce un blog personale, sono convinto che raccoglierebbe più consensi.
Come faccio ad attirare lettori nel mio blog?
Scrivendo ottimi contenuti. Il discorso però è più complesso. Dobbiamo partire dalla fine, dal lettore che arriva in un blog: noi come arriviamo in un blog? Io ci arrivo in questo modo:
- cercando un'informazione in rete e approdando in un blog che mi risolve un problema
- trovando un post interessante condiviso in qualche social media che frequento
- leggendo un commento stimolante in un blog che conosco
E adesso fai 2+2 :)
E come posso coinvolgerli in modo che tornino spesso a trovarmi?
Prima di tutto rispondendo in tempi veloci ai loro commenti, coinvolgendoli nella discussione. Il lettore deve sentirsi a casa sua. Io spesso scrivo articoli partendo proprio da qualche commento e citando il lettore, rendendolo quindi partecipe del mio blog.
Non è da trascurare la facilità con cui commentare e la possibilità di ricevere gli aggiornamenti del blog con un box ben visibile.
Cosa intendi per buon contenuto per web?
Un contenuto che si differenzia dagli altri. Scrivere dal proprio punto di vista e in base alla propria esperienza ci permette di essere veramente originali. In genere un contenuto è buono quando è utile ai lettori, quando risponde alle loro esigenze di informazione, riflessione e svago.
Tutti possono essere in grado di scrivere contenuti per web?
In linea teorica sì. Dipende dagli obiettivi che hai. Se il blog ti serve per lavoro, allora devi saper scrivere in buon italiano, devi saper scrivere per il web (una scrittura che non ha nulla di trascendentale, ma unisce comunque linguaggio e tecnica), devi saper scrivere contenuti in modo frequente e soprattutto devi saper scrivere contenuti in grado di stimolare e incuriosire i lettori.
Se il blog ti serve solo come sfogo personale, non ti serve nulla di tutto questo.
Daniele, cos’è lo storytelling?
La narrazione di storie. In fondo è questo il significato della parola. Oggi si usa spesso, specialmente in campo aziendale, ma viene confuso quasi sempre con della banalissima pubblicità.
Nel blogging lo storytelling per me è molto utile perché da una storia personale emerge la vera natura del blogger, rendendolo più apprezzato dai lettori.
E sulla lunghezza di un post cosa consigli? Meglio un post lungo, corto o… dipende?
Dipende. Se devi spiegare una ricetta complessa, non puoi cavartela con 300 parole. Idem se devi spiegare un argomento tecnico e difficoltoso. Se ti chiami Seth Godin puoi scrivere un post di 118 parole e ottenere oltre 2000 condivisioni sui social.
È importante pubblicare gli articoli sul Blog con una frequenza precisa?
Secondo me sì, perché in questo modo il lettore non ha la sensazione di un blog abbandonato a se stesso o di un blogger svogliato che pubblica solo quando si ricorda. La frequenza può anche essere di un solo post settimanale – impegno che chiunque può mantenere –, basta che sia rispettata.
E i commenti, sono importanti?
Direi che sono uno degli elementi più importanti in un blog. Quando un post genera discussione, ha ottenuto successo. Il dialogo è una parte che non può mancare in un blog, perché permette di crescere sia ai lettori sia allo stesso blogger.
Ad un certo punto del libro spieghi che il blogger non deve mai indossare le vesti dell’insegnante, perché?
Perché allontana i lettori. Nel blog è meglio usare un tono e un linguaggio colloquiali, vicini quindi ai lettori, e non accademici. Questo vale anche se si sta scrivendo una guida o un tutorial.
Cos’è un piano editoriale?
È il blog messo nero su bianco su carta. È il progetto del blog, dove decidiamo cosa pubblicare, quanto e quando pubblicare, come chiamare il blog, come scrivere, come trattare gli argomenti, come rapportarci coi lettori, ecc.
Quanto tempo si impiega a creare e gestire un blog?
Dipende, anche in questo caso. Dipende dalla frequenza di pubblicazione e dal tipo di articoli che scriviamo, principalmente.
Se tu avessi un’azienda o comunque gestissi un business online, affideresti il tuo blog aziendale ad un professionista?
Non ne sono sicuro, a dire la verità. Penso che un'azienda o comunque un'attività di profitto online debba prima di tutto puntare sulla trasparenza. Un blog è il canale ufficiale di comunicazione, quindi per me deve scriverci lo staff dell'azienda.
Io punterei quindi sulla formazione: farei formare da professionisti del blogging i membri della mia azienda, almeno quelli più portati.
Questa doveva essere una delle prime domande, ma l’ho volutamente lasciata per penultima :D
Di cosa parla il tuo libro?
Delle leggi del blogging, ovviamente :)
Ok, vediamo di spiegarci meglio. Le 22 leggi che ho individuato nel blogging non sono regole ferree da rispettare per forza. Sono consigli su come creare e gestire un blog per ottenere risultati soddisfacenti.
Se qualcuno vuole invece aprire un blog per sfogarsi e parlare di ciò che vuole senza interessarsi di alcun risultato né avere obiettivi, allora non deve rispettare quelle leggi. Né, chiaramente, leggere il mio libro.
E l’ultima domanda: c’è una domanda alla quale avresti risposto volentieri e che invece non ti ho fatto?
Sì, una c'è: che gusto c'è a scrivere in un blog? Ora devo anche rispondere?
Eheheeh, hai già risposto a tante domande, questa la teniamo in serbo per la prossima intervista ;-)
Se vi sentite un pioniere pronto all’avventura nel web, il libro di Daniele vi darà interessanti spunti per farvi notare nella rete.